Una parodia di una storia finita

Non saranno funerali in duomo e sepolture a Superga a cancellare la vita del figlio dell’ultimo re. 

Non cancelleranno il suo  “Non erano leggi così gravi” riferendosi alle leggi razziali controfirmate da suo nonno (il penultimo re). 

Non cancelleranno il suo  “italiani vi ammazzo tutti! da lui urlata nella notte del 18 agosto 1978 in cui, all’isola di Cavallo, prese a fucilate il povero Dirk Hammer.”

Facciano pure questa parata con personaggi degni di un film di Tim Burton. Decrepiti!

Noi abbiamo la Costituzione che li ha cancellati per sempre dalla storia, il vero funerale ai Savoia ci fu il 2 giugno del 1946. Gli altri non sono che parodie di una tragica storia finita.

Sui Savoia pesa il giudizio della storia, non c’è posto nel pantheon d’Italia

Giovanni De Luna La Stampa 6 febbraio 2024

“…Detto questo, se la sua famiglia e i suoi amici vogliono portare le sue ceneri a Superga facciano pure, non sarа questo gesto a riscattare i suoi errori e, soprattutto, a modificare il severo giudizio della storia. E mi auguro che, proprio in virtù di questo giudizio, nel pantheon dell’Italia repubblicana non ci sia mai posto per un Savoia.”

Quando Vittorio Emanuele di Savoia mi disse che le leggi razziali non erano così gravi. E non chiese scusa

Valter Vecellio su huffingtonpost.it

“…Lei si sente di chiedere scusa per le leggi razziali firmate da suo nonno?”. Vittorio Emanuele non si aspetta la domanda. Esita. Poi risponde: “No…”. Imbecille, penso. “Perché no?”. Giuro: non intendo infierire. Quello che volevo era un semplice: “Sì, chiedo scusa”. Il mio è un “perché?” di stupore. Penso: ma cosa ti costava dirmi che chiedi scusa? Precisi che non le ho firmate tu, non eri neppure nato, ma sei consapevole della gravità della cosa e ti scusi a nome del casato cui appartieni…Macché. Aggrava la situazione: “Non erano leggi così gravi”…”