Preludio e fuga di Riccardo Klement

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Preludio e fuga di Riccardo Klement
Di Marco Ballestracci

Edizioni alphabeta Verlag


 

 

Marco Ballestracci (1962), scrittore, musicista blues e cantastorie, ha al suo attivo diversi romanzi, gran parte dei quali tratta da vicende e personaggi sportivi, nonché due atipiche monografie sui campioni del ciclismo Eddy Merckx (L’ombra del cannibale, Instar, 2013) e Major Taylor (Black boy fly, Mulatero, 2022). Un brano di Imerio. Romanzo di dannate fatiche (Instar, 2012) è stato incluso nell’antologia Hai voluto la bicicletta (Sellerio, 2015). Tra i premi letterari che si è aggiudicato, ricordiamo il Selezione Bancarella Sport per A pedate. Undici eroi per undici leggendarie partite di calcio (Mattioli 1885, 2009) e La storia balorda (Instar, 2011), il Memo Geremia/CONI per I guardiani (66thand2nd, 2016) e l’Extra Invictus per Giocare col fuoco. Storie dal campionato perduto del 1944 (Mattioli 1885, 2021). Da molti dei suoi racconti ha tratto spettacoli teatrali da lui stesso interpretati. Attualmente scrive di musica e sport sull’inserto culturale del “Foglio”.

La trama

Riccardo Klement è uno dei nomi falsi stampati in documenti d’identità curiosamente autentici che venivano emessi in Alto Adige subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Servivano a far transitare i nazisti in fuga. In realtà gli artefici di tutto ciò che era necessario per il passaggio clandestino non appartenevano a una vasta organizzazione – come spesso s’è raccontato – ma si trattava di un numero molto limitato di persone, però molto qualificato. Parroci, vicari, vescovi. “Preludio e Fuga di Riccardo Klement” racconta i momenti salienti delle fughe, ma soprattutto si sofferma sulla giustificazione che codeste eminenti figure hanno fornito per favorire il transito di notori criminali di guerra.

A pagina 22 del libro

Sterzing/Vipiteno, marzo 1950

Il parroco non era molto esperto di grandi compositori. Perciò, per non incorrere in clamorosi errori in quello che in cuor suo considerava il più importante ricevimento mai tenuto nella canonica di Nostra Signora della Palude – il curioso nome derivava dall’acquitrino che in tempi remotissimi s’estendeva in quella zona –, s’affidò ciecamente alla sensibilità del professore del Conservato-rio Monteverdi ingaggiato per l’occasione. Fu al termine della conversazione per definire i particolari della serata che il musicista chiese d’essere ragguagliato su un ultimissimo dettaglio.

«Padre, perdonate la domanda, che vi parrà indiscreta, ma è possibile sapere chi saranno i vostri ospiti?»

Al sacerdote s’intorbidò per un attimo lo sguardo e la risposta tradì una lieve nota di risentimento.”

Dal sito di Alphabeta Books

 

 

 

 

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