Salviamo il soldato Arnaudo!

Che San Salvario sia sempre stato un luogo dove si spacciano sostanze è noto da molto tempo. La situazione però ora sta sfuggendo di mano anche per il cambiamento dei “gusti” dei consumatori e quindi dell’offerta (il crack e le droghe sintetiche vanno alla grande) e per la concentrazione dello spaccio in alcune zone diventate territorio quasi esclusivo degli spacciatori. Agli spacciatori si aggiungono, aggravando la situazione, senza fissa dimora e persone in situazione di disagio.

Una di queste zone, la più frequentata, è l’aiuola Ginzburg tra via Morgari e Belfiore. Un quadrato di verde tra una chiesa e la casa del quartiere di San Salvario. Una situazione che oggi (13 giugno) viene raccontata da Paolo Coccorese sulle pagine torinesi del Corriere della Sera.

A poco sono servite la lamentale e gli esposti dei cittadini che quella zona la abitano e la vivono. Si spera che possa servire la progettualità alla quale sta lavorando l’Agenzia di sviluppo locale di San Salvario (Casa del Quartiere per semplificare). Una progettualità che dovrebbe vedere nuovi arredi e soprattutto una maggiore attività ricreativa e culturale sotto i tigli della piazza.

Ma non è pensabile e tantomeno giusto che il peso e la responsabilità della situazione debba ricadere sulla Casa del Quartiere mettendone a rischio ruolo ed attività. Serve altro, servono progetti istituzionali e servizi sanitari. 

Per adesso c’è una sorta di resistenza. Se passate da quelle parti potete vedere un tavolino, un portatile ed una sedia dove è seduto il direttore dell’Agenzia. Il direttore è Roberto Arnaudo ed è proprio lì nel centro dell’aiuola.

Ha deciso di lavorare lì, per monitorare ma soprattutto per marcare una presenza. Come a dire che questa piazza non è tua, è di tutti e  anche per capire chi tra i tanti vorrebbe, e deve, essere aiutato.

Cosa possiamo fare noi, tutti che di questo territorio facciamo parte? 

Andiamo a fargli compagnia, prendiamo anche noi un tavolino, una sedia con una bibita e facciamogli sentire che quel piccolo territorio è anche nostro. Condividiamo. 

Noi come sezione cercheremo di inventarci qualcosa per “salvare il soldato Arnaudo” e ciò che è anche nostro.

Ps: il termine soldato è un gioco di parole, non c’è nulla di bellicoso in ciò che abbiamo scritto. Anzi.

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