Questo il messaggio univoco di tutti i partecipanti, stamattina, alla cerimonia di ri-dedica del “tôret” di piazza San Gabriele da Gorizia al calciatore partigiano Bruno Neri, vandalizzato nei giorni scorsi da ignoti.
Una bella cerimonia, con tanta gente, malgrado la calda domenica di luglio, con le autorità e le rappresentanze delle sezioni “Leo Lanfranco” e “Nicola Grosa” che confinano proprio in questi luoghi e che collaborano da sempre in tante iniziative.
Una calda domenica di luglio, dicevamo, ma oggi, 10 luglio, è proprio l’anniversario dell’uccisione di Bruno Neri, mediano di varie squadre di calcio, ma soprattutto del Torino e della Nazionale, che, dopo il plateale gesto di rimanere con le braccia conserte all’inaugurazione del nuovo stadio di Firenze alla presenza di Mussolini, unico dei giocatori in campo a non fare il saluto romano, prese la via della montagna da partigiano combattente.
Una scelta di coerenza con l’etica di tutta una vita, pagata al prezzo più alto.
L’amico Danilo Baccarani ha letto un brano di una bella biografia di Neri, da lui scritta per un progetto molto interessante che stiamo preparando per l’autunno (stay tuned!).
Hanno poi parlato le autorità e i rappresentanti dei club Granata, in tanti presenti all’evento.
Per tutti l’importanza della reazione rapida e puntuale ai gesti di vandalismo, soprattutto se di matrice politica, con il motto costante:
“Se la togliete, la rimetteremo di nuovo!”
Perché anche questo è essere resistenti.