Il discorso ufficiale di Daniele Valle al Pian del Lot

Pubblichiamo l’orazione ufficiale di Daniele Valle, Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte, durante la commemorazione dei martiri del Pian del Lot del 3 aprile scorso. Un discorso quello di Daniele Valle che ha ribadito un concetto che si sta sottovalutando come a sminuire il sacrificio di molte e molti:

Una scelta che altri italiani non avevano fatto e che non era scontata. Non ricordare questa loro scelta mi sembra quasi come non volerne riconoscere l’importanza, come a dire “tanto la loro scelta non avrebbe fatto e non ha fatto veramente la differenza”.
Probabilmente abbiamo sentito dire tante volte che il nostro Paese sarebbe stato comunque liberato dagli alleati con o senza la guerra di Resistenza. Ecco, penso che questo sia un grave errore, che noi abbiamo il dovere di smentire con forza.

Nel testo che riportiamo manca la prima parte, tutta improvvisata, rivolta alle scolaresche presenti che ha strappato sorrisi alle bambine e ai bambini presenti e dove con concetti semplici Valle ha saputo raccontare quel sacrificio con chiarezza e, aggiungiamo, simpatia. 

Pubblichiamo anche per ringraziarlo.

DI seguito l’orazione ufficiale completa.

 

DISCORSO RESISTENZA E MEMORIA

Buongiorno a tutti e tutte, autorità civili, religiose e militari, cittadini e cittadine, vi porto con grande piacere il saluto del Consiglio Regionale del Piemonte e del Comitato Resistenza e Costituzione che ho l’onore di presiedere.
In questi giorni sono sicuro che avrete sentito della polemica nata intorno all’eccidio delle Fosse Ardeatine. La presidente del Consiglio ha ricordato i fatti e detto delle vittime che sono state uccise solo perché italiani.

Mi son chiesto se c’è davvero qualche cosa di sbagliato, al di là della polemica politica. Perché è sbagliato ricordare che si trattava di italiani, uccisi dai tedeschi che in quel momento occupavano il nostro paese. E mi son detto che è sbagliato perché c’è una omissione importante: bisogna ricordare anche che quelli non erano italiani qualsiasi, erano italiani che avevano fatto una scelta, una scelta di opposizione al regime fascista, oltre che di opposizione all’occupazione straniera.

Una scelta che altri italiani non avevano fatto e che non era scontata. Non ricordare questa loro scelta mi sembra quasi come non volerne riconoscere l’importanza, come a dire “tanto la loro scelta non avrebbe fatto e non ha fatto veramente la differenza”.
Probabilmente abbiamo sentito dire tante volte che il nostro Paese sarebbe stato comunque liberato dagli alleati con o senza la guerra di Resistenza.

Ecco, penso che questo sia un grave errore, che noi abbiamo il dovere di smentire con forza.
È un errore innanzitutto dal punto di vista storico, della realtà dei fatti, dal punto di vista della storia militare. Pensate che i Partigiani, nei due anni di guerra partigiana, furono circa 100.000, nei giorni della Liberazione arrivarono a essere 250.000. La Germania, per tenere testa a questo poderoso esercito che batteva il territorio, compiva azioni di sabotaggio e impediva alle truppe tedesche il pieno controllo delle città occupate, aveva dovuto impiegare oltre 7 divisioni qui in Italia, di cui quattro soltanto in Piemonte.
Senza considerare tutte le forze della Repubblica sociale che li affiancavano.
Consideriamo poi che a fianco degli Alleati da sud risalivano l’Italia insieme alle truppe alleate circa 200.000 soldati italiani del corpo di Liberazione Nazionale.
In quei due anni oltre 600 mila soldati italiani si sono rifiutati di combattere per la Repubblica Sociale e per questo sono stati internati nei campi di concentramento.
Altri 500.000 italiani hanno scioperato tra Torino, Genova e Milano rallentando la produzione bellica nazifascista.
Immaginate come sarebbe andata diversamente la guerra che hanno dovuto sostenere gli alleati per liberare L’Italia se avessero avuto di fronte all’incirca un milione di soldati italiani in più e se avessero avuto di fronte altre sette divisioni tedesche. Se non avessero potuto contare sull’aiuto dei partigiani la guerra sarebbe durata molto di più e sarebbe stata molto più devastante. Forse sarebbe finita con il ricorso alla bomba atomica, come è successodall’altra parte del mondo.

Però proviamo per un attimo a ignorare tutto questo e dire “In fondo ci saremmo comunque liberati nell’aprile del ’45. Ci avrebbero pensato gli americani, non sarebbe davvero successo niente di diverso”. Ipotizziamo che sia vero, avrebbe avuto ugualmente senso dare vita alla Resistenza e sacrificare la vita di tantissimi giovani per la libertà? Sì!

Perché grazie al loro contributo il mondo intero ha visto che l’Italia non era più fascista, che era pieno di italiani consapevoli dei limiti, degli errori della dittatura nazifascista, che molti italiani avevano cambiato idea e che molti altri invece sono stati in grado di immaginarsi la libertà senza averla mai vissuta.

Pensate a come è stata trattata la Germania, che dopo la guerra è rimasta divisa per mezzo secolo. O al Giappone, governato per anni come un protettorato americano.

Tutto questo è stato risparmiato all’Italia solo grazie al sacrificio degli uomini e delle donne della Resistenza. L’Italia ha potuto contare su un capitale morale che le ha impedito di essere trattata come colpevole perché erano gli italiani stessi le vittime del fascismo. Grazie a questi uomini l’Italia ha potuto darsi una Costituzione che è ancora oggi nelle più belle del mondo, una Costituzione che fissa i principi di libertà, giustizia, eguaglianza e democrazia che ancora oggi fanno la differenza tra chi quella guerra civile l’ha combattuta dalla parte giusta della storia e chi invece dalla parte sbagliata. Dal sacrificio di questi ragazzi è nata la considerazione che ha il nostro Paese nel mondo ed è nata la nostra Costituzione in cui noi oggi ci riconosciamo.

Per questo è importante ricordare che quello che è capitato non è stata soltanto una Guerra di Liberazione ma è stata una vera e propria guerra civile e che c’è chi quella guerra l’ha combattuta dalla parte giusta della storia non soltanto per la libertà del nostro paese ma anche per la democrazia, per l’uguaglianza e per i diritti e chi invece l’ha combattuta dall’altra parte.

Non ricordare o dimenticare il ruolo che ha avuto la Resistenza per costruire l’Italia libera è un oltraggio non soltanto ai martiri sacrificati ma un’offesa alla nostra memoria collettiva e alle radici della nostra costituzione.

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